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Yoga del sole e della luna

L’hata yoga è una forma di yoga che appartiene alla tradizione tantrica (anche se non appartiene alle forme di tantrismo più antico e originario).

Gli āsana, i vari kumbhaka, le mudrā e l’ascolto del suono interiore, sono la corretta successione delle pratiche di Hata-yoga. (Hp I, 56)

Hata può indicare la difficoltà, la richiesta di un grande sforzo insito di questo tipo di yoga oppure indicare il sole e la luna con un chiaro riferimento alla necessità di bilanciare le polarità (attiva e ricettiva) all’interno del corpo per permettere alla kundalini di muoversi verso l’alto.

Come si apre una porta utilizzando una chiave così la liberazione si ottiene per mezzo della kuṇḍalinī che s’impara ad attivare grazie alle pratiche dell’Haṭha-yoga. (Hp III, 101)

Gli asana praticate nell’hata yoga secondo precise indicazione procurano senso di leggerezza. Sono utili per “aprire i canali pranici” che permettono alla forza vitale (prana) di concentrarsi (virya) e muoversi dal basso verso l’alto, lungo la colonna. 


I kumbhaka sono tecniche di pranayama e servono per imparare a fare esperienza del corpo inteso come contenitore.
Durante una lezione il praticante, dopo avere imparato a percepire il corpo con precisione, segue i flussi di sensazioni derivanti dall’attività del movimento respiratorio.


Siamo nel cuore della pratica dello yoga tantrico. Laya e samadhi sono le tappe conclusive della pratica dell'hata yoga che portano all'emancipazione.

I grandi yogi sperimentano il samādhi, l’unione con il sé universale, attraverso la meditazione sui suoni interiori, provano gioia indescrivibile nel cuore, conosciuta pienamente solo da Śrī Gurunatha. (Hp IV, 81)

Quando tutte le attività mentali sono sospese e non rimane di loro alcuna traccia, allora sorge un indescrivibile riassorbimento, laya, che non può essere descritto a parole. (Hp IV, 32)