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Gli otto gradini

L’astanga yoga non è quello proposto nella versione atletica e performante che tutti conoscono, ma quello esposto da Patanjali dove vengono date regole precise sulla pratica e sugli obiettivi dello yoga.
Scopo finale dello yoga esposto da Patanjali è uno stato di samadhi orientato al Kaivalya, al distacco dalla realtà fenomenica.


Astanga yoga è composto da otto tappe: yama, niyama, āsana, prāṇāyāma, pratyāhāra dhāraṇā, dhyāna, samādhi. (PYS II, 29)

Gli yama è un anga formato da cinque regole, la più importane da osservare, durante la pratica, di yoga è: non farsi del male (haimsa). Niyama è elenco composto da altre cinque osservanze, una di queste utile potrebbe essere: rispetto del limite (samtosa). Asana è definito “un stato d’essere di comodità e stabilità, fisica e mentale” per percepire un corpo disteso con una mente che mediti sull’infinito.


La pratica di asana e pranayama è volta alla riduzione dei disagi e delle sensazioni più grossolane del corpo, a favore di un respiro regolare e un corpo bilanciato, per permettere alla coscienza un’espansione libera da ogni attaccamento.